Se i due ultimi post di ottobre hanno fatto scattare in te l’interesse e il desiderio di lavorare sulle tue competenze di leadership, allora è il caso di sviluppare ulteriormente l’argomento…
Come ricorderai, il modello che utilizzo raggruppa le Leadership Competencies in tre categorie: competenze organizzative, relazionali e individuali: oggi è la volta di quelle relazionali, cioè quell’insieme di conoscenze, capacità e talenti che ti permettono di interagire efficacemente con gli altri in azienda. Se hai dei collaboratori, sai già quanto è importante saper guidare un team, ma questa categoria di leadership abbraccia delle capacità ancora più ampie: riguarda tutti i rapporti interpersonali e ti permette di comprendere meglio le persone con cui hai a che fare (e il tuo modo di interagire con loro); inoltre ti aiuta anche a rendere l’ambiente di lavoro migliore e tutto questo, come immagini, impatta positivamente sui risultati aziendali.
Alcuni suggerimenti per lo sviluppo delle competenze relazionali
Questa è la differenza più importante tra essere un capo e un leader: i capi si concentrano sui compiti propri e dei collaboratori, le scadenze, i risultati da raggiungere, mentre i leader sanno che è altrettanto essenziale la motivazione del team, l’ascolto, il feedback e la fiducia reciproca che si instaura nelle relazioni interpersonali.
Il bello è che queste capacità non servono solo all’interno dell’azienda, ma vengono messe in gioco anche quando hai a che fare con le tue controparti esterne: in una negoziazione, per la chiusura di un deal o quando stai cercando di acquisire un nuovo cliente. Quindi, tutto quello che farai per migliorare in quest’ambito ti servirà doppiamente: pensa a quanto c’è in comune tra lo sviluppo di una partnership e la costruzione di un ambiente di lavoro collaborativo!
Abbiamo ormai detto più volte che, per passare di livello, è fondamentale progettare un piano di sviluppo delle competenze. Alcune osservazioni specifiche sulle competenze relazionali:
- In generale, il piano di sviluppo di queste competenze includerà la partecipazione a dei corsi, ma ti invito soprattutto a dare ampio spazio alle attività di learning by doing: questo vuol dire che durante la giornata lavorativa una delle tue priorità deve essere dedicare del tempo al feedback, al coaching e così via.
- Numerosi studi mostrano che gran parte delle competenze relazionali non sono innate, ma si apprendono e si sviluppano. Quindi se ti senti in difficoltà in alcuni di questi ambiti, sappi che è certamente possibile lavorarci.
- Se lavori principalmente da casa o comunque non hai molte occasioni per sviluppare i rapporti interpersonali, ti suggerisco di cogliere altre possibilità di networking, quali conferenze o gruppi di lavoro: considerale delle vere e proprie attività di formazione.
- Richiedi feedback e critiche costruttive da amici o colleghi. Trova in azienda una persona di cui ti fidi, che rispetti e ammiri, perché ti faccia da mentore.
- Infine, ricorda sempre l’importanza di creare un ambiente di lavoro inclusivo! Mi auguro che nella tua azienda ci siano dei programmi per indirizzare questo argomento e ti incoraggio quindi a partecipare alle iniziative sviluppate in questo campo e diventare un vero alleato per queste tematiche nell’organizzazione. Ma non finisce qui, perché questo è un tema così importante, a mio avviso, che prossimamente pubblicherò alcuni articoli proprio per approfondire il ruolo fondamentale dell’inclusione e quindi… resta sintonizzato!
Analizziamo ora le principali Competenze Relazionali.
1) Sviluppare relazioni
Talvolta definite soft skills, le capacità nell’abito relazionale riguardano per esempio l’ascolto attivo, la disponibilità a dare e ricevere feedback, la comunicazione verbale e non verbale e la propensione a lavorare in gruppo. Chi comunica poco e male tende a esercitare comportamenti direttivi, che sono generalmente poco efficaci. E considera quanto puoi imparare dal tuo interlocutore se lo ascolti con l’obiettivo di capire, e non solo per rispondergli e passare ad altro! Se ti interessa approfondire il tema dell’ascolto attivo, puoi dare un’occhiata al mio post dello scorso novembre a questo link https://massimoborio.coach/come-si-diventa-ascoltatori-migliori/
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Dimostrare intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva riguarda la capacità di comprendere i pensieri e i sentimenti altrui, e anche i propri. Se guardi a una situazione utilizzando la prospettiva dell’altro puoi costruire un rapporto di fiducia reciproca, ma acquisti anche una visione più articolata e nuova che può aiutare il tuo processo decisionale. Dare spazio all’intelligenza emotiva ti dà maggiore consapevolezza sui tuoi punti di forza e debolezza, e aiuta a riconoscere i pensieri negativi per trasformarli in forza positiva e motivazione per te e gli altri.
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Essere un coach bravo e affidabile
Quante volte nella tua vita lavorativa hai sentito la mancanza di un coach? Però, ammettilo, a volte fai fatica a trovare il tempo per occuparti dei tuoi collaboratori, dar loro indicazioni per migliorare, occuparti del loro sviluppo o anche solo commentare con qualche frase il lavoro che hanno appena svolto. Eppure, il tempo dedicato al coaching ritorna moltiplicato in termini di motivazione del team, coinvolgimento, competenza e quindi, a conti fatti, di risultati di business.
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Creare un ambiente di lavoro inclusivo
Un bravo leader fa in modo che ognuno si senta benvenuto nell’ambiente lavorativo: perché si accoglie e non si giudica, c’è spazio per il contributo di tutti, si è attenti, aperti e curiosi verso gli altri e disponibili alle idee, alle culture, ai comportamenti differenti dai nostri. Un leader sa anche che il pregiudizio esiste in tutti noi, e che è un lavoro quotidiano riconoscerlo e combatterlo.
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Gestire efficacemente il team
Coaching per lo sviluppo
Contattami se desideri conoscere meglio te stesso e imparare ad affrontare le diverse dinamiche aziendali che potresti incontrare, e se vuoi imparare a incanalare le tue energie verso il perseguimento dei tuoi obiettivi professionali.
Grazie Massimo, credo e condivido molto il tuo punto sull’intelligenza emotiva come motore funzionale dove l’ empatia fa da benzina per accelerare i processi nella gestione del team. 🙏❤️
Grazie Roberto