Il mercato del lavoro cambia sotto i nostri occhi continuamente ed è urgente per le aziende sviluppare una strategia in grado di attrarre nuovi talenti e motivare quelli già in azienda.
A questo riguardo, la società internazionale di consulenza
Korn Ferry, specializzata in strategie organizzative, recruitment e sviluppo del personale, ha appena reso disponibile
un’interessante analisi delle 7 principali tendenze e priorità che caratterizzeranno il 2023.
Anche tenersi informati sui trend del mercato del lavoro è fondamentale per passare di livello! In questo articolo e in quello della prossima settimana vi propongo una sintesi, unita a qualche mio personale commento, dello studio di Korn Ferry.
Trend #1 – Spostarsi all’interno invece che altrove
Molti professionisti ed executive cominciano a considerare la crescita professionale in modo diverso dal passato: anziché spostarsi da un datore di lavoro all’altro, sembrano preferire uno
sviluppo interno all’azienda, attraverso spostamenti da un’area dell’organizzazione a un’altra.
Questa dinamica è certamente legata al rallentamento del mercato delle assunzioni, con aziende in difficoltà o comunque più caute nelle politiche di hiring rispetto al passato, ma anche ad un
ripensamento da parte delle persone del proprio rapporto con l’attività lavorativa: come, quando e perché lavorare.
Non si faccia però l’errore di cavalcare questa minore propensione all’uscita riducendo l’enfasi su motivazione e retention! Al contrario, diventa ancora più importante avere un
piano strutturato di sviluppo del personale, programmi di certificazione, iniziative di up-skilling e re-skilling.
Le persone non smettono mai di esaminare la qualità e i contenuti del lavoro che fanno e se hanno la sensazione di essere sottovalutate, di avere un carico eccessivo di compiti, o poche possibilità di crescita, i risultati immediati sono demotivazione, disinteresse e tedio.
Nel 2023 vedremo dunque le aziende di successo impegnate a migliorare l’empowerment e a sviluppare
percorsi di carriera che tengono in considerazione le aree di interesse degli individui. Sono anche disponibili, e già utilizzati in molte realtà, programmi di Intelligenza Artificiale e Analisi Predittiva che supportano le organizzazioni a
utilizzare al meglio gli skill esistenti, mappandoli alle necessità aziendali.
E tu, stai analizzando in modo critico
il tuo ruolo all’interno dell’organizzazione, il tuo futuro, possibili sviluppi, nuove responsabilità? Se hai a tuo riporto un
team di persone, consideri la loro motivazione, hai pensato a spostamenti interni per coprire posizioni disponibili?
Trend #2 – Il rapporto di lavoro è una relazione a lungo termine
Concludere con successo una buona assunzione non vale granché se la persona se ne va via dopo breve tempo: l’acquisizione di talenti e la loro successiva gestione sono due processi che vanno di pari passo.
Assunzione, sviluppo della carriera e successione sono un unico ciclo di vita aziendale.
Le organizzazioni hanno pagato la loro disattenzione in questo ambito con numerose dimissioni di professionisti di valore e si auspica quindi che, in futuro, i ruoli di
recruiter e talent manager lavorino sempre più in modo integrato. I vantaggi di questo approccio sono molteplici:
- Aziende più agili ed efficaci nel rispondere ai cambiamenti del mercato del lavoro
- Possibilità di backfill interno delle posizioni vacanti tramite mobilità dei ruoli
- Personale più motivato e miglioramento della retention, più alta del 34% quando il professionista ha visibilità di un percorso di sviluppo
Trend #3 – Executive e professionisti assunti per periodi limitati
Nel 2023 ci si aspetta che il numero di impieghi temporanei a livello mondiale raggiunga quota 78 milioni, rispetto ai 43 milioni del 2018.
Quali sono le
motivazioni alla base di questo fenomeno? Un’indagine di Korn Ferry sui lavoratori interinali indica che:
- Il 21% apprezza avere più flessibilità
- Il 48% è interessato a utilizzare le sue competenze in ambiti specifici
- Il 26% ricerca una pausa dalla classica vita lavorativa che offre una Corporation
In linea con queste osservazioni sono le aziende: l’80% delle grandi organizzazioni prevede un
incremento dei collaboratori a contratto nei prossimi anni e in generale considera l’utilizzo di contratti a breve termine per executive e professionisti una leva importante per far fronte alla variabilità dei bisogni di personale.
Come puoi notare, anche in questo campo è davvero necessario
scardinare alcune delle nostre convinzioni. Il lavoratore a tempo determinato non è da considerare una risorsa a basso valore o che accetta il male minore! Al contrario, le persone che scelgono un lavoro a termine:
- Sono in genere molto competenti e specializzate, orientate al risultato e abituate a lavorare in ottica di progetto
- Imparano velocemente e si inseriscono con facilità nel nuovo ambiente di lavoro
- Sono adatte a progetti di durata limitata, nelle fasi di transizione per fusione o acquisizione di aziende o per prendere in carico temporaneamente il ruolo di una persona in aspettativa
Di nuovo, questa evoluzione dello scenario richiederà alle aziende e ai loro manager di imparare a sviluppare relazioni con candidati, e poi colleghi, che hanno un
punto di vista e priorità differenti, ma che possono contribuire grandemente al successo dell’organizzazione.
… to be continued
Resta in contatto per leggere la seconda parte dell’articolo la prossima settimana